mercoledì 28 settembre 2011

Siria

Avevo accennato al fatto che parte della mia famiglia è sparsa per il mondo...

...la sorella di mia madre vive in Siria.

Ormai la zietta ha quasi 70 anni e il figlio più grande ne ha una quarantina quindi se n'è andata tanti anni fa.

Ha conosciuto quello che è diventato suo marito perchè lui studiava farmacia all'Università a Bologna...

...coup de foudre...

...e quando lui si è laureato, si sono sposati e sono partiti per la Siria.

40 anni fa.

Consapevole del fatto che lui avrebbe dovuto fare anni e anni di militare e che lei sarebbe rimasta in casa con la mamma e la sorella di lui.


Che parlavano solo francese.

E arabo, ovviamente.

That's amore. Per forza.

La famiglia di mio zio apparteneva all'alta borghesia di famiglia

(ecco perchè era a studiare in Europa)


dopo si è aperto la sua farmacia, quindi è sempre stata una famiglia che stava "bene".

Sfornano quattro marmocchi, rigorosamente tutti maschia e vivono felici e contenti...

...o almeno lo spero.

La zia ogni tanto viene in Italia a trovare i genitori, i fratelli, i nipoti...

...portandosi dietro ogni volta qualche membro della famiglia...

...se non tutti.

Quando Eleanor Rigby inizia ad avere l'età della ragione

(nonchè quella di poter viaggiare)

inizia a fantasticare sulla Siria.

Si rende che è una ghiotta possibilità il poter visitare un paese "diverso" come quello con chi lo conosce bene e non attraverso un tour operator.

Finalmente, qualche anno fa trova un'amica disposta ad andare con lei. Ben contenta anche.

Si parte.

Bologna Roma Damasco.

L'arrivo è a notte fonda, posso notare solo il colore della pelle delle persone...

...io sono di carnagione olivastra, ma loro...

...di più.

Nanna a casa della zia che nella stanza da letto ha una stufa. A diesel.

Di notte c'è un'escursione termica talmente alta che nelle case non modernissime hanno le stufe al centro di ogni stanza per riscaldare.

Il giorno dopo inizia l'avventura.

Della Siria ricordo il viaggio fino ad Aleppo attraverso il deserto, i cartelli autostradali con direzione "Iraq", i monti del Libano che si vedevano dalla finestra, la sigaretta fumata sul balcone di casa mentre nell'aria si diffondeva la voce del muezzin che chiamava alla preghiera, il sapone d'oliva, i suq, la cittadella di Aleppo, la Moschea di Damasco, la polvere che ti si infila ovunque, il padrone del bar che quando ti vede uscire per fumare ride e dice "ehi! puoi fumare dentro! siamo arabi", il gruppo di donne berbere, la moschea con il soffitto blu luccicante, l'albergo costruito come una casa tipica con il cortile interno e le camere che si affacciano su di esse, l'ospitalità della gente che a qualunque ora tu vada a casa loro (e guai se sanno che sei lì e non sei passata) ti offrono qualcosa, la maestosità di Palmira in mezzo al nulla, la guida che ti accompagna che parla un italiano perfetto e quando gli chiedo dove l'ha imparato ti dice "sui libri, da solo" e ti guarda come a pensare "che domande!", chiedere come mai la parte di sinistra del colonnato di granito c'è ancora e quella destra no, "il vento e la sabbia le hanno buttate giù" è la risposta e ti senti piccolo, le spremute di melograno, Bosra, i sandali di cuoio fatti a mano comprati in quel negozio in cui faticavi a farti capire con il tuo inglese prima di scoprire che il proprietario parlava italiano, la tempesta di sabbia, i negozi di spezie... mille colori e profumi, togliersi le scarpe anche per entrare nelle chiese, le donne coperte e le donne vestite all'occidentale, il traffico, il ciondolo d'argento a forma di "mano di fatima" che da allora campeggia al mio polso, le botteghe dell'oro e dell'argento, quella spezia che ti ha fatto dannare tutto il tempo prima di capire che era il cumino e che tu non lo digerisci, i voli per il medio-oriente che partono (e arrivano) dalla parte più estrema di Fiumicino


...e molto altro.

Abbiamo girato spesso e  volentieri io e la mia amica da sole e nessuno ci ha mai detto niente.

Solo una cosa mi ha inquietato.

La faccia del presidente.

Era ovunque.

Sembrava volesse dire "ti tengo d'occhio"

Cartelloni per le strade, sulle macchine, sulle case, davanti a casa sua.

Lo stesso presidente che ora spara sulla gente che manifesta.

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